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Simeu: grave non averci coinvolto nelle linee guida Agenas per i pazienti

Sanità pubblica Redazione DottNet | 02/03/2021 13:37

La società scientifica presenterà un documento integrativo “per favorire una revisione di quello originale, contenere il contributo di tutte le competenze utili”

Nelle Linee Guida Agenas ‘Criteri di appropriatezza per i setting assistenziali di gestione dei pazienti affetti da Covid-19prodotte da un gruppo di lavoro di 16 medici, coordinato da Matteo Bassetti, non sono state coinvolte e rappresentate le competenze della Medicina di Emergenza Urgenza ospedaliera e di Pronto Soccorso. Riteniamo sia un fatto gravissimo. La conseguenza è che il documento Agenas presenta degli indiscutibili limiti che vanno integrati”.

Così il Presidente Nazionale della Società italiana di Emergenza Urgenza (Simeu) Salvatore Manca (nella foto), in rappresentanza di tutto Consiglio Direttivo in carica, oltre che dai Past-President Simeu Francesco Rocco Pugliese, Maria Pia Ruggieri, Gian A. Cibinel, Giorgio Carbone, Fernando Schiraldi, Anna Maria Ferrari.
 
La Simeu annuncia quindi che presenterà un documento integrativo “per favorire una revisione del documento originale, che possa contenere davvero il contributo di tutte le competenze utili e di tutti i professionisti coinvolti, a maggior vantaggio dei pazienti e del Ssn”. “Se l’obiettivo del documento era di assicurare ai pazienti e al Ssn il contributo di tutti i professionisti coinvolti nella gestione ospedaliera dei pazienti Covid, questo obiettivo è stato disatteso – sottolinea in una nota Salvatore Manca – il documento è stato infatti prodotto da un gruppo di lavoro di 16 medici (incluso il coordinatore) costituito da 7 infettivologi, 4 anestesisti-rianimatori, 2 pneumologi, 1 internista, 1 epidemiologo e 1 medico legale. Sono rappresentate le competenze della Medicina di Emergenza Urgenza territoriale (per la presenza nel gruppo di un Direttore del Sistema ET 118) ma riteniamo gravissimo non siano invece state coinvolte e rappresentate le competenze della Medicina di Emergenza Urgenza ospedaliera e di Pronto Soccorso”.

Eppure, ricorda Simeu:
• le Sscc di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza ospedaliere hanno preso in carico in Pronto Soccorso durante la pandemia tutti i pazienti Covid in accesso agli ospedali decidendo, come da normativa vigente (in collaborazione con i colleghi delle altre discipline), i percorsi più appropriati per ogni paziente (dimissione a domicilio, dimissione in strutture intermedie, ricovero ospedaliero in degenza ordinaria o nelle unità di terapia sub intensiva e intensiva);
• in questo anno di pandemia le Sscc di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza ospedaliere di molte Regioni hanno gestito la maggioranza dei pazienti nelle proprie unità di terapia subintensiva (con ricoveri dedicati a pazienti critici con patologie non solo respiratorie ma anche cardiologiche, nefrologiche, metaboliche etc.

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), e in molti casi - per ore molto spesso per giorni - tutti i pazienti in attesa di ricovero nei diversi setting, a causa della non disponibilità di posti letto nei reparti specifici.

Secondo i professionisti dell’emergenza-urgenza, a causa della mancanza di alcune competenze all’interno del gruppo di lavoro, il documento Agenas presenta quindi dei limiti sintetizzati in 4 punti:
- modalità di classificazione della malattia Covid-19 (due sole classi per i pazienti da ospedalizzare) poco funzionale rispetto all’obiettivo di assegnazione a tre diversi setting di ricovero ospedaliero;
- proposta di strumenti valutativi (tipo MEWS) più complessi, da applicare dell’ambito del Pronto Soccorso e con predittività analoga rispetto ad indicatori più semplici (saO2, codice di triage attribuito all’ingresso, qSOFA);
- mancata considerazione delle unità di Osservazione Breve Intensiva (OBI) per la definizione dei percorsi più appropriati per ogni paziente, in contrasto con quanto deliberato dalla Conferenza Stato-Regioni sull’attività di OBI (atto del 01/08/2020);
- identificazione delle unità di terapia sub-intensiva come unità di terapia sub-intensiva respiratoria, diversamente da quanto indicato nel Decreto Rilancio.

“Sorprendendoci ancora una volta per come non si sia sentita, da parte del gruppo di lavoro Agenas, l’esigenza di confrontarsi con medici ospedalieri di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, sempre in prima linea dalle prime ore di pandemia – conclude il presidente Simeu – provvederemo a presentare un documento integrativo per favorire una revisione del documento originale, che possa contenere davvero il contributo di tutte le competenze utili e di tutti i professionisti coinvolti, a maggior vantaggio dei pazienti e del Ssn”.

Simeu ha perciò costituito un gruppo di lavoro interno che produrrà un lavoro tecnico di supporto che verrà messo a disposizione, nei tempi previsti, per la consultazione pubblica e per i medici di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza eventualmente integrabili nel gruppo Agenas.
 
Ricordiamo che, in ogni caso, le linee guida predisposte da Agenas sono aperte alla consultazione pubblica fino al 15 marzo come sottolineato dalla stessa Agenas al momento della loro presentazione.

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